Arrivati a questo
punto bisogna smontare tutte le parti non incollate, carteggiarle con un
levigatore orbitale (o rotorbitale) dotato di una carta vetrata da 80 grit,
passare con un tampone a mano sugli spigoli con una carta da 240 grit per
arrotondarli leggermente (ricordiamo che sugli spigoli vivi la vernice non si
deposita bene), poi si stende una buona mano di fondo trasparente ad acqua.
Il giorno dopo, quando
il fondo si è sicuramente essicato, si possono cominciare a carteggiare tutte
le parti su cui è stato applicato il fondo, usando una grana a 240 grit; poi si
soffia via accuratamente la polvere con una pistola ad aria compressa
alimentata da un compressore che sia regolato almeno a 4 bar; poi si stende la
finitura trasparente (io ne ho scelta una a 10 gloss) e si aspetta che i pezzi
possano essere maneggiati.
Si ripassano tutti i
fori delle spine con una punta da trapano da 6 mm. di diametro per ripulirli
dal fondo che immancabilmente ci si è infilato dentro, ripristinando la
dimensione originale e provvedendo ad una leggera svasatura.
Alla struttura
centrale dobbiamo applicare lo sportello, collegandolo con la cerniera a nastro
in ferro ottonato vista nell’articolo precedente; nello sportello sono già
stati avvitati i fermavetri nella loro posizione per verificare che tutto sia a
posto.
Dopo aver imballato
adeguatamente i vari pezzi nel pluriball, li ho trasportati sul luogo del
montaggio cioè nella sala mostra della Vetreria Bazzanese di Crespellano (BO),
che ha fornito i vetri per poterla completare. Qui abbiamo montato tutte le
parti in legno, aggiungendo naturalmente la schiena a specchio e le fiancate in
vetro extrachiaro da 5 mm. di spessore, cominciando a fissarli posizionando i
fermavetri in basso.
Per fissare le viti ottonate
con testa a goccia di sego è stato molto utile l’avvitatore della Festool
dotato dell’accessorio che monta gli inserti per fissare le viti in posizione
eccentrica, permettendo quindi di avvicinarsi moltissimo al vetro con l’inserto
e inserendo le viti in posizione perfettamente perpendicolare alla superficie
in cui vanno fissate.
Dopo aver montato
anche il vetro nello sportello ed aver inserito tutti i ripiani, si comincia a
vedere il risultato di questo lungo lavoro.
Nella foto seguente si
nota una parte dell’interno, dove si può notare come i fermavetri della schiena
e dei fianchi sostengano anche i ripiani, evitando così i soliti reggipiani di
supporto che, per effetto della trasparenza del vetro, rimangono sempre in
vista.
Naturalmente adottando
questo sistema si definiscono a priori le posizioni dei ripiani, che non si
possono spostare, salvo che non si rifacciano i fermavetri verticali di
dimensioni diverse.
Ed ecco la vetrinetta
chiusa; per poterla fotografare in posizione frontale ho dovuto mettermi
proprio davanti e quindi la schiena a specchio riflette la mia immagine.
Per avere un’idea
dell’aspetto laterale esterno della struttura centrale, ho fatto anche questa
foto; e con questo ritengo conclusa la trattazione della costruzione della
vetrinetta. E’ probabile che qualcuno stia dicendo:….”finalmente!”.
(fine)