giovedì 14 dicembre 2017

E SE DOVESSIMO FILETTARE UN FORO? (seconda parte)



Parlando sempre di filettature, avevo accennato nell’articolo precedente che avrei chiarito il significato delle filettature MF, cioè a passo fine. In effetti nel caso precedente abbiamo fatto riferimento ad una filettatura M8 x 1,25, in cui la vite affonda per 1,25 mm. ad ogni giro; in certi casi però può far comodo che l’avanzamento sia inferiore per ogni giro.
Un altro caso in cui si scelgono filettature a passo fine è quando si devono filettare degli spessori sottili, dove con il passo standard si otterrebbero solo uno o due filetti e questo non permetterebbe di esercitare uno sforzo di trazione notevole con la vite; in queste occasioni si passa spesso al passo fine in modo da aumentare considerevolmente il numero dei filetti e conseguentemente la forza di trazione esercitabile con la vite.
Per effettuare queste filettature bisogna fare riferimento alla parte inferiore della tabella dell’articolo precedente, quella appunto designata con MF, che significa passo Metrico Fine. Si nota che i passi sono più di uno per ogni diametro e una volta ce n’erano di più e venivano classificati con le sigle: MB, MC, MD, ecc., mentre il passo standard (attualmente chiamato “passo grosso”) era MA.
Nel caso del foro filettato da 8 mm. troviamo infatti che ci sono tre possibilità: M8 x 1, M8 x 0,75, e M8 x 0,5; è chiaro che, rispetto al filetto M8 x 1,25, utilizzato nell’articolo precedente, con un maschio M8 x 0,5 riusciamo a creare una filettatura che è due volte e mezzo più fitta di quella standard, a parità di spessore della piastra, e pertanto la vite si aggrappa meglio e quindi si può stringere con maggior forza, esercitando quindi una trazione superiore.
Per esempio se supponiamo di filettare una piastra metallica di 12 mm. di spessore, con l’M8 x 1,25 riusciremmo a realizzare quasi dieci filetti; se invece usiamo un maschio di M8 x 0,5 riusciamo ad ottenere 24 filetti. Questo però non significa che abbiamo aumentato di 2,5 volte lo sforzo di trazione perché i filetti con passo 0,5 sono più fitti, ma contemporaneamente hanno un profilo più basso, quindi la spalla di appoggio del profilo del filetto diminuisce, pertanto lo sforzo di trazione non risulta proporzionale al numero di filetti.
Tanto per mostrare un esempio di passo fine, nella foto seguente ho messo a confronto un maschio M10 x 1,5 (passo grosso standard) con uno analogo ma M10 x 1 (quindi una delle possibilità del passo fine). 


Una menzione particolare va riservata ad alcuni utensili particolari che sono stati introdotti sul mercato negli ultimi anni: 


In questo caso abbiamo a disposizione dei prodotti in cui sono comprese tre funzioni in sequenza sullo stesso utensile; infatti la parte anteriore è conformata come una punta da trapano ed è ovviamente destinata ad effettuare il foro adeguato alla parte seguente che è un maschio che, con un’unica passata, provvede ad eseguire la filettatura. Infine c’è lo svasatore che rappresenta lo strumento giusto per rifinire il foro filettato, facilitando l’inserimento della vite.
Come si vede dalla foto, l’attacco posteriore è esagonale e previsto per infilarsi in un normale portainserti, in uso solitamente negli avvitatori; direi, per mia esperienza personale, che l’avvitatore non è l’elettroutensile più indicato per questo servizio, salvo che non abbia anche una velocità di rotazione elevata. Io preferisco sempre utilizzare un trapano con la velocità variabile, ma che raggiunga almeno i 2000 giri/min.; un’altra informazione che desidero lasciare è che, salvo gli utensili da M3 ed M4, conviene eseguire un preforo sulla piastra da trattare per aiutare il lavoro della parte anteriore destinata a preparare il foro della dimensione giusta.
Un’ultima cosa: usando un trapano veloce bisogna stare attenti che, quando termina la fase di foratura, bisogna ridurre drasticamente la velocità di rotazione per permettere al maschio di lavorare correttamente; inoltre anche per la fase di svasatura non serve una velocità elevata.
Per ogni utensile di questo tipo il massimo spessore lavorabile viene determinato dalla distanza tra la parte destinata a filettare e quella preposta alla svasatura, nel senso che il maschio deve aver oltrepassato lo spessore della piastra prima che intervenga lo svasatore, perché le loro velocità di avanzamento nella piastra sono diverse.