Parlando sempre di
filettature, avevo accennato nell’articolo precedente che avrei chiarito il
significato delle filettature MF, cioè a passo fine. In effetti nel caso
precedente abbiamo fatto riferimento ad una filettatura M8 x 1,25, in cui la
vite affonda per 1,25 mm. ad ogni giro; in certi casi però può far comodo che
l’avanzamento sia inferiore per ogni giro.
Un altro caso in cui
si scelgono filettature a passo fine è quando si devono filettare degli
spessori sottili, dove con il passo standard si otterrebbero solo uno o due
filetti e questo non permetterebbe di esercitare uno sforzo di trazione
notevole con la vite; in queste occasioni si passa spesso al passo fine in modo
da aumentare considerevolmente il numero dei filetti e conseguentemente la
forza di trazione esercitabile con la vite.
Per effettuare queste
filettature bisogna fare riferimento alla parte inferiore della tabella
dell’articolo precedente, quella appunto designata con MF, che significa passo
Metrico Fine. Si nota che i passi sono più di uno per ogni diametro e una volta
ce n’erano di più e venivano classificati con le sigle: MB, MC, MD, ecc.,
mentre il passo standard (attualmente chiamato “passo grosso”) era MA.
Nel caso del foro
filettato da 8 mm. troviamo infatti che ci sono tre possibilità: M8 x 1, M8 x
0,75, e M8 x 0,5; è chiaro che, rispetto al filetto M8 x 1,25, utilizzato
nell’articolo precedente, con un maschio M8 x 0,5 riusciamo a creare una
filettatura che è due volte e mezzo più fitta di quella standard, a parità di
spessore della piastra, e pertanto la vite si aggrappa meglio e quindi si può
stringere con maggior forza, esercitando quindi una trazione superiore.
Per esempio se
supponiamo di filettare una piastra metallica di 12 mm. di spessore, con l’M8 x
1,25 riusciremmo a realizzare quasi dieci filetti; se invece usiamo un maschio
di M8 x 0,5 riusciamo ad ottenere 24 filetti. Questo però non significa che
abbiamo aumentato di 2,5 volte lo sforzo di trazione perché i filetti con passo
0,5 sono più fitti, ma contemporaneamente hanno un profilo più basso, quindi la
spalla di appoggio del profilo del filetto diminuisce, pertanto lo sforzo di
trazione non risulta proporzionale al numero di filetti.
Tanto per mostrare un
esempio di passo fine, nella foto seguente ho messo a confronto un maschio M10
x 1,5 (passo grosso standard) con uno analogo ma M10 x 1 (quindi una delle
possibilità del passo fine).
Una menzione
particolare va riservata ad alcuni utensili particolari che sono stati
introdotti sul mercato negli ultimi anni:
In questo caso abbiamo
a disposizione dei prodotti in cui sono comprese tre funzioni in sequenza sullo
stesso utensile; infatti la parte anteriore è conformata come una punta da
trapano ed è ovviamente destinata ad effettuare il foro adeguato alla parte
seguente che è un maschio che, con un’unica passata, provvede ad eseguire la
filettatura. Infine c’è lo svasatore che rappresenta lo strumento giusto per
rifinire il foro filettato, facilitando l’inserimento della vite.
Come si vede dalla
foto, l’attacco posteriore è esagonale e previsto per infilarsi in un normale
portainserti, in uso solitamente negli avvitatori; direi, per mia esperienza personale,
che l’avvitatore non è l’elettroutensile più indicato per questo servizio,
salvo che non abbia anche una velocità di rotazione elevata. Io preferisco
sempre utilizzare un trapano con la velocità variabile, ma che raggiunga almeno
i 2000 giri/min.; un’altra informazione che desidero lasciare è che, salvo gli
utensili da M3 ed M4, conviene eseguire un preforo sulla piastra da trattare
per aiutare il lavoro della parte anteriore destinata a preparare il foro della
dimensione giusta.
Un’ultima cosa: usando
un trapano veloce bisogna stare attenti che, quando termina la fase di foratura,
bisogna ridurre drasticamente la velocità di rotazione per permettere al maschio
di lavorare correttamente; inoltre anche per la fase di svasatura non serve una
velocità elevata.
Per ogni utensile di
questo tipo il massimo spessore lavorabile viene determinato dalla distanza tra
la parte destinata a filettare e quella preposta alla svasatura, nel senso che
il maschio deve aver oltrepassato lo spessore della piastra prima che intervenga
lo svasatore, perché le loro velocità di avanzamento nella piastra sono
diverse.