A me è capitato più
volte di dovermi arrangiare a preparare dei fori filettati su alcune piastre
metalliche che ho utilizzato nella preparazione di alcune strutture in legno e,
siccome può capitare anche a voi, vi racconto come si fa.
Innanzitutto bisogna
definire quale vite dobbiamo inserire nella piastra che vogliamo filettare:
supponiamo di dover usare una vite M8 a passo grosso (che è quello standard);
questo significa che vogliamo infilare una vite che avrà un diametro di circa 8
mm..
Per preparare il foro
giusto per questa vite dobbiamo consultare la tabella sottostante.
Nella tabella ci sono
due zone separate: una designata con M ed una con MF; quella a passo grosso è
la M, la MF è per passi più fini di cui parlerò più avanti. In corrispondenza
della riga relativa al filetto M8 x 1,25 (che significa che per un giro
completo la vite affonderà per 1,25 mm.) c’è la misura del preforo da preparare
che è 6,8 mm..
La norma prevede che
si inizi la foratura con una punta di diametro inferiore, quindi di 3 o 4 mm.,
poi si può passare la punta da 6,8 mm. se ne siete in possesso, altrimenti si
può usare quella da 7 mm., tanto non cambia molto; in compenso bisogna fare una
lieve svasatura per favorire l’imbocco dei maschi.
Per filettare i fori
si usano degli utensili che si chiamano “maschi” e si trovano in confezioni da
tre pezzi, oppure da due pezzi, o anche nella versione chiamata “maschio a
macchina” che è singolo e viene prevalentemente usato sulle macchine
automatiche a controllo numerico computerizzato.
Questo è i set da tre
pezzi, che è quello che consiglio a chi deve prendere contatto con le
filettature per la prima volta; come si vede sono contraddistinti da segni
circolari vicino all’attacco a sezione quadrata e questo viene fatto per
stabilire l’ordine di utilizzo durante la lavorazione, che comporta tre passate
successive.
Il primo maschio da
utilizzare è quello che ha un segno solo e che viene chiamato “sbozzatore”, in
seguito si usa quello con due segni che si chiama “intermedio” ed infine si
passa quello senza segni, che si chiama “finitore” e che, come dice la parola
stessa, rifinisce definitivamente il foro filettato per predisporlo al
passaggio della vite. Nella foto della piastra si vedono le operazioni in sequenza: prima il forellino, poi il foro da 7 mm. in cui ho passato lo sbozzatore, in quello successivo ho passato anche l'intermedio e nell'ultimo è passato anche il finitore; la dimostrazione è nell'ultimo foro in cui ho inserito la vite.
In questa foto si
vedono a confronto i profili dei tre utensili che vengono passati nel foro ed è
utile per capire il tipo di asportazione che fanno sulle pareti del foro
iniziale; come si vede, lo sbozzatore ha un diametro inferiore agli altri e i
denti meno aggressivi e questo gli permette di iniziare l’operazione di
fresatura (perché in effetti compie questa operazione) creando la strada per i
successivi, definendo il “passo” della filettatura su cui interverranno successivamente l’intermedio,
che farà un’ulteriore asportazione, e poi il finitore che affonderà i propri
denti nel metallo per realizzare il filetto completo.
Esiste anche un set
composto da due maschi soltanto e sono lo sbozzatore ed il finitore, eliminando
quindi l’intermedio.
Per quanto riguarda i
maschi a macchina in effetti possono essere usati anche a mano, anche se
bisogna adottare una certa cautela, ma se si devono filettare degli spessori sottili
non ci sono problemi; non è il caso di utilizzarli per forti spessori perché lo
sforzo da esercitare è notevole.
Una cosa importante da
sapere quando si inizia una filettatura con un maschio è che la posizione
dell’utensile deve essere perfettamente perpendicolare al pezzo da filettare e,
per aiutare i principianti, ci sono in commercio delle livelle lenticolari che
permettono di mostrare la perfetta verticalità dell’utensile; naturalmente
bisogna prima aver sistemato il pezzo in posizione orizzontale.
Per poter manovrare i maschi si usa il giramaschi, che si vede nella foto successiva.