martedì 12 giugno 2018

VISITA AD UNA SEGHERIA




Qualche giorno fa sono andato a visitare una segheria a Marzabotto (BO) di proprietà del signor Pazzaglia, che si riesce a trovare solo il sabato mattina perché durante la settimana è in giro per acquistare e selezionare tronchi da trasformare in tavolame da lavoro. 


La segheria non è molto grande, c’è una sola sega a nastro e ci lavorano padre e figlio, ma l’accoglienza è calorosa, tipicamente emiliana, anche per gli sconosciuti che arrivano ad interrompere il lavoro di taglio che viene eseguito necessariamente solo di sabato; d’altra parte, visto che è l’unico giorno in cui lo si può trovare, è impensabile che possa lavorare tranquillo e senza interruzioni. 


La sega a nastro che provvede a tagliare i tronchi ha una serie di nastri larghi circa 15 cm. che vengono affilati in sede da una macchina destinata a tale scopo, in modo da non doversi rivolgere ad un affilatore esterno ed avere quindi gli utensili sempre pronti in qualunque giorno della settimana. 


Come abitualmente succede in ogni segheria, i tronchi vengono caricati su un carro che scorre su due binari che sono paralleli al nastro, in modo da tagliare tavole parallelamente all’asse del tronco, quindi a tutta lunghezza.
La sega a nastro è per buona parte al di sopra del pavimento, ma il volano inferiore è in una zona sotto il pavimento in modo che la parte in cui il nastro è perfettamente verticale (quindi la zona di lavoro) si trovi ad un’altezza tale da poter lavorare con un carro abbastanza basso.
Il tronco viene trattenuto sul carro da alcune punte che gli vengono conficcate nel lato più distante dal nastro per tenerlo fermo durante la lavorazione; il carro è dotato di un meccanismo per garantire che il tronco venga fatto avanzare trasversalmente per tagliarlo in sequenza, decidendo ogni volta quale spessore deve avere la tavola, mantenendo il parallelismo delle facce delle tavole che ne risultano. 


Naturalmente i tronchi non sono quasi mai dei cilindri perfetti, per cui anche le tavole che ne risultano denunceranno gli stessi difetti del tronco. 


Chi lo direbbe che le tavole della foto precedente provengono da un tronco di noce? E invece sono proprio loro; l’idea che abbiamo del colore del noce è il risultato dell’invecchiamento che porterà una modificazione cromatica che, una volta che il legno è adeguatamente stagionato, farà assumere il classico colore che conosciamo.
Un tronco di noce, dopo alcuni mesi di attesa in catasta che gli faranno perdere un 30% di umidità relativa (la cosiddetta “acqua libera”, che è praticamente l’acqua ancora presente nei vasi linfatici) viene ridotto in tavole che hanno ancora un colore molto chiaro, come si può vedere dalla fotografia.
L’operazione di taglio dei tronchi inizia con la loro sistemazione dei tronchi sul piano di carico, da qui i tronchi vengono presentati in sequenza di fronte al carro, su cui vengono caricati ovviamente uno alla volta.


Il primo taglio che viene effettuato produce una tavola che ha una sezione a forma di calotta ed è principalmente costituita da corteccia ed alburno, per cui non utilizzabile come legname da lavoro. 


Tutti questi scarti, che vengono chiamati “sciaveri”, vengono sistemati in una incastellatura per poi essere legati con la reggia e accatastati in attesa di essere venduti come legna da ardere. 


Appena tolti gli sciaveri inizia il taglio del tronco vero e proprio, la decisione dello spessore delle tavole può dipendere dalle richieste del proprietario dei tronchi o, se sono di proprietà della segheria, dalle richieste prevalenti del mercato o da quello che si presume sarà dopo qualche anno.
Già, perchè la segheria Pazzaglia fa stagionare il legno in maniera naturale e non ha forni di essicazione; la stagionatura all’aria prevede che le tavole vengano accatastate tenendole separate da una serie di righetti che permettano l’essicazione su entrambe le facce. Con questo sistema servono alcuni anni per arrivare ad una stagionatura adeguata e il tempo necessario è in funzione dello spessore delle tavole e naturalmente anche del tipo di legno.
Tanto per dare un’idea, alcuni dati di stagionatura che ho ricevuto dalla segheria Pazzaglia sono:

Pioppo da 40 mm. di spessore = 1 anno
Pioppo da 80 mm. di spessore = 2 anni

Abete da 40 mm. di spessore = 2 anni
Abete da 60 mm. di spessore = 3 anni
Abete da 80 mm. di spessore = 4 anni

Noce o Rovere da 40 mm. di spessore = 3 anni
Noce o Rovere da 60 mm. di spessore = 4 anni
Noce o Rovere da 80 mm. di spessore = 5 anni

Questi sono alcuni esempi del tavolame che la segheria prepara; oltre a questi legni trattano anche Castagno, Olmo e Cedro del Libano, oppure altri a richiesta.