Qualche giorno fa sono
andato a visitare una segheria a Marzabotto (BO) di proprietà del signor
Pazzaglia, che si riesce a trovare solo il sabato mattina perché durante la
settimana è in giro per acquistare e selezionare tronchi da trasformare in
tavolame da lavoro.
La segheria non è
molto grande, c’è una sola sega a nastro e ci lavorano padre e figlio, ma
l’accoglienza è calorosa, tipicamente emiliana, anche per gli sconosciuti che
arrivano ad interrompere il lavoro di taglio che viene eseguito necessariamente
solo di sabato; d’altra parte, visto che è l’unico giorno in cui lo si può
trovare, è impensabile che possa lavorare tranquillo e senza interruzioni.
La sega a nastro che
provvede a tagliare i tronchi ha una serie di nastri larghi circa 15 cm. che
vengono affilati in sede da una macchina destinata a tale scopo, in modo da non
doversi rivolgere ad un affilatore esterno ed avere quindi gli utensili sempre
pronti in qualunque giorno della settimana.
Come abitualmente
succede in ogni segheria, i tronchi vengono caricati su un carro che scorre su
due binari che sono paralleli al nastro, in modo da tagliare tavole
parallelamente all’asse del tronco, quindi a tutta lunghezza.
La sega a nastro è per
buona parte al di sopra del pavimento, ma il volano inferiore è in una zona
sotto il pavimento in modo che la parte in cui il nastro è perfettamente
verticale (quindi la zona di lavoro) si trovi ad un’altezza tale da poter
lavorare con un carro abbastanza basso.
Il tronco viene
trattenuto sul carro da alcune punte che gli vengono conficcate nel lato più
distante dal nastro per tenerlo fermo durante la lavorazione; il carro è dotato
di un meccanismo per garantire che il tronco venga fatto avanzare
trasversalmente per tagliarlo in sequenza, decidendo ogni volta quale spessore
deve avere la tavola, mantenendo il parallelismo delle facce delle tavole che
ne risultano.
Naturalmente i tronchi
non sono quasi mai dei cilindri perfetti, per cui anche le tavole che ne
risultano denunceranno gli stessi difetti del tronco.
Chi lo direbbe che le
tavole della foto precedente provengono da un tronco di noce? E invece sono
proprio loro; l’idea che abbiamo del colore del noce è il risultato
dell’invecchiamento che porterà una modificazione cromatica che, una volta che
il legno è adeguatamente stagionato, farà assumere il classico colore che
conosciamo.
Un tronco di noce,
dopo alcuni mesi di attesa in catasta che gli faranno perdere un 30% di umidità
relativa (la cosiddetta “acqua libera”, che è praticamente l’acqua ancora
presente nei vasi linfatici) viene ridotto in tavole che hanno ancora un colore
molto chiaro, come si può vedere dalla fotografia.
L’operazione di taglio
dei tronchi inizia con la loro sistemazione dei tronchi sul piano di carico, da
qui i tronchi vengono presentati in sequenza di fronte al carro, su cui vengono
caricati ovviamente uno alla volta.
Il primo taglio che
viene effettuato produce una tavola che ha una sezione a forma di calotta ed è
principalmente costituita da corteccia ed alburno, per cui non utilizzabile
come legname da lavoro.
Tutti questi scarti,
che vengono chiamati “sciaveri”, vengono sistemati in una incastellatura per
poi essere legati con la reggia e accatastati in attesa di essere venduti come
legna da ardere.
Appena tolti gli
sciaveri inizia il taglio del tronco vero e proprio, la decisione dello
spessore delle tavole può dipendere dalle richieste del proprietario dei
tronchi o, se sono di proprietà della segheria, dalle richieste prevalenti del
mercato o da quello che si presume sarà dopo qualche anno.
Già, perchè la
segheria Pazzaglia fa stagionare il legno in maniera naturale e non ha forni di
essicazione; la stagionatura all’aria prevede che le tavole vengano accatastate
tenendole separate da una serie di righetti che permettano l’essicazione su
entrambe le facce. Con questo sistema servono alcuni anni per arrivare ad una
stagionatura adeguata e il tempo necessario è in funzione dello spessore delle
tavole e naturalmente anche del tipo di legno.
Tanto per dare
un’idea, alcuni dati di stagionatura che ho ricevuto dalla segheria Pazzaglia
sono:
Pioppo da 40 mm. di
spessore = 1 anno
Pioppo da 80 mm. di
spessore = 2 anni
Abete da 40 mm. di
spessore = 2 anni
Abete da 60 mm. di
spessore = 3 anni
Abete da 80 mm. di
spessore = 4 anni
Noce o Rovere da 40
mm. di spessore = 3 anni
Noce o Rovere da 60
mm. di spessore = 4 anni
Noce o Rovere da 80
mm. di spessore = 5 anni
Questi sono alcuni
esempi del tavolame che la segheria prepara; oltre a questi legni trattano
anche Castagno, Olmo e Cedro del Libano, oppure altri a richiesta.