giovedì 26 marzo 2020

SUPPORTO PER SMERIGLIATRICE (parte terza)




Continuando nella realizzazione del supporto, adesso bisogna forare il tubolare esterno per poi saldare il dado M8 in corrispondenza del foro per il passaggio della vite per bloccare il tubolare interno. Partiamo quindi con la tracciatura e la bulinatura nella parte superiore del tubolare di sezione 30 x 30. 


Poi dovremo forare trasversalmente il tubolare interno, riempito col quadrello di legno, per introdurre uno dei cilindri forati di acciaio che agiranno come distanziatori per i piatti di acciaio e che saranno attraversati dalle viti collegate alle maniglie a ripresa. Nel mio caso il foro è di 20 mm. 


A questo punto bisogna preparare i cilindri forati ed è indispensabile disporre di un tornio per ripulire esternamente il tondino che ho acquistato e portarlo al giusto diametro, almeno per quello che va inserito nel tubolare di 25 x 25. 


Per gli altri due è importante che la lunghezza sia uguale al precedente e naturalmente devono tutti essere forati per il passaggio delle viti. Per questa operazione non è indispensabile avere un tornio, è sufficiente un trapano a colonna ed una morsa con le ganasce fresate a V per il fissaggio dei tondini.
Naturalmente per queste operazioni io uso il mio tornio, forando prima con una punta da centro, poi una punta elicoidale da 5 mm. ed infine una da 9,9 mm. (a volte è necessario passare una punta da 10 mm. perché le viti M10, che sono 9,8 mm. di diametro, non sono perfettamente diritte)  




Dopo averli smussati in testa, il risultato finale è questo: 


Per migliorare il fissaggio della parte inferiore della struttura quando si stringe con la maniglia, ho deciso di preparare due boccole in PVC nero da inserire sulle estremità del tondino inferiore in modo da aumentare la base di appoggio tra il tubolare da 25 x 25 ed i piatti da 25 x 3; questo permetterà di limitare molto le eventuali oscillazioni del tondino principale, permettendo quindi alla piastra superiore di mantenersi stabile durante le lavorazioni alla smerigliatrice. 


Adesso devo ricavare dalla lastra da 6 mm. di spessore il piano di appoggio superiore; per tagliare la parte che mi interessa, 130 mm. di larghezza e 118 mm. di profondità (profondità che, alla fine, si è dimostrata eccessiva), utilizzo la segatrice a nastro a cui ho aggiunto un pianetto per utilizzarla fissa in verticale, come una sega a nastro da falegname. 


In effetti il nastro non risulta perfettamente verticale per non rendere instabile la macchina quando il braccio è alla massima estensione perché il baricentro della macchina si sposta pericolosamente all’indietro (per farlo bisogna togliere una vite di fermo); io preferisco mantenerlo così, anche se il taglio dovrà essere rifinito con la sega a mano nella zona di incrocio dei tagli. 


Il pezzo di lamiera che se ne ricava è questo: 


Poiché il taglio con questa macchina non dà origine ad una finitura perfetta, ma porta i segni dei denti del nastro, devo migliorare i due lati sottoposti alla lavorazione (gli altri due erano a posto perché la lastra originale era stata tagliata al laser); per eseguire un’operazione del genere mi sono costruito un disco di stratificato da 5 mm. di spessore, in pratica un laminato plastico di grosso spessore, a cui ho incollato sulle facce due dischi di carta abrasiva. 


In questo modo posso sostituirlo alla lama della sega circolare per rifinire i bordi segati spostando la parallela progressivamente verso il disco di qualche decimo per volta.


Fine terza parte


lunedì 16 marzo 2020

SUPPORTO PER SMERIGLIATRICE (parte seconda)




Riprendendo le lavorazioni illustrate nell’articolo precedente, adesso dobbiamo forare i quattro piatti di sezione 25 x 3 per far passare le viti a testa esagonale che verranno tirate dalle maniglie a ripresa. Possiamo farlo in due modi: per il primo abbiamo bisogno di un supporto di battuta ad angolo da staffare sulla tavola del trapano a colonna per posizionare i vari piatti bulinati.
Per trovare la giusta posizione per fissare il supporto ci si può aiutare con una punta conica per centrare, abbassando il mandrino fino al contatto con la bulinatura, poi si stringono i morsetti e siamo sicuri di forare nel posto giusto. 


ATTENZIONE: questo sistema funziona solo se i quattro pezzi di piatto sono stati tagliati esattamente alla stessa lunghezza e quindi le bulinature risultano alla stessa distanza dalle relative estremità. Se questi sono stati preparati correttamente, si può passare alla foratura con una punta da centro e poi con una punta da 7,5 mm.
Poiché le viti M8 che dovranno attraversare questi fori hanno di solito un diametro esterno di 7,8 mm., il foro finale è preferibile farlo di 7,9 mm. per lasciare un minimo di gioco. 


La seconda soluzione garantisce un buon risultato anche se le lunghezze dei piatti non sono perfettamente uguali e serve una morsa per trapano a colonna in cui “impacchettare” i piatti uno sopra l’altro, mantenendo al di sotto uno spessore di legno tale da permettere l’uscita delle punte senza che interferiscano con la morsa. Per maggior sicurezza ho preferito stringere le estremità del pacchetto con due mini grip.


In questa foto si vedono i fori prodotti dalla punta da 7,5 mm. (ho saltato il passaggio con una punta da 4 mm. che ha preforato tutto il pacchetto); in seguito si provvede alla foratura con la punta decimale da 7,9 mm. 


Un trattamento analogo viene riservato ai due piatti di sezione 30 x 3 che serviranno come piastrine di fissaggio per il tubolare di 30 x 30 ed a cui verranno saldate. 


Per avere un minimo di possibilità di regolazione durante il fissaggio sulla mensola di supporto, uno dei fori di ciascuna di queste ultime piastrine verrà allargato a 9 mm. di diametro per facilitare il posizionamento in squadro con la mola. 


In questa foto si vede il risultato delle operazioni descritte; il tubolare è stato però solo appoggiato per mostrare l’impostazione definitiva ed gli allargamenti a 9 mm. non sono ancora stati effettuati, sono solo stati leggermente svasati i fori.
Poiché questo tubolare dovrà ospitare superiormente una manopola che, lavorando con un dado saldato, bloccherà il tubolare che scorre all’interno nella posizione di volta in volta necessaria, ho ritenuto opportuno riempire il tubolare interno con un quadrello di legno per renderlo più resistente allo schiacciamento provocato dalla vite collegata alla manopola. 


Ho preparato il righetto di faggio ricavandolo, con due tagli alla sega circolare, da una tavoletta che avevo piallato in precedenza; per non perdere troppo tempo limando il cordone di saldatura interno al tubolare, ho deciso di incidere il quadrello con la lama della sega circolare per creare un vano utile al passaggio della saldatura senza interferenze. 


Il risultato dell’incisione si può vedere nella foto seguente: 


Dopo aver fatto una “prova a secco” di introduzione del quadrello nel tubolare 


si può passare all’incollaggio; per fissare il legno al metallo, la colla che risulta più indicata in questo caso è quella poliuretanica perché, oltre a garantire una presa estremamente solida, questa colla si gonfia andando a riempire tutti gli interstizi possibili.  


Quindi, anche se il quadrello non risultasse perfettamente calibrato all’interno del tubolare, quando la colla si espande crea un unico blocco legno-ferro, come si vede da questa foto presa in testa al tubolare. 



Fine seconda parte

venerdì 6 marzo 2020

SUPPORTO PER SMERIGLIATRICE (prima parte)




E’ molto tempo che non metto mano al mio blog, ma sono capitate cose che mi hanno costretto a sospendere questa attività e posso riprendere i miei articoli soltanto ora.

Molti mesi fa avevo cominciato a cercare un supporto commerciale per i pezzi da lavorare con la mia smerigliatrice, ma non avevo trovato niente che mi soddisfacesse, quindi ho deciso di costruirmelo secondo le mie esigenze che, tutto sommato, sono abbastanza semplici: ripristinare scalpelli e ferri da pialla con il bisello rovinato da cadute o incidenti simili e smerigliatura di parti metalliche in generale.
La mia smerigliatrice è questa:


Questo è il modello 0556 della FERVI, con alberi lunghi e mole da 200 mm. di diametro; ho semplicemente sostituito la spazzola metallica a destra con un’altra mola a grana più fine. Inoltre ho previsto di alzarla rispetto alla mensola su cui l’ho fissata per poter sviluppare un supporto orientabile con la dovuta comodità di movimento. Il disegno del progetto lo si vede qui di seguito: 


Guardando il progetto dell’attrezzo di profilo, si presenta così nella posizione perpendicolare alla mola e con il piano di supporto allineato con l’asse di rotazione delle mole: 


Se invece voglio ripristinare il bisello ad un ferro da pialla o ad uno scalpello, si può inclinare il piano agendo sulle maniglie a ripresa per portarlo nella posizione opportuna.


Vediamo adesso quali materiali servono per realizzare la struttura principale di questo accessorio: una lastra di ferro da 6 mm. di spessore, due tubolari di ferro a sezione quadrata che possano scorrere uno all’interno dell’altro (con una lima adeguata bisogna eliminare la cresta della saldatura all’interno del tubo da 30 x 30 per permettere lo scorrimento) e una serie di piatti di acciaio trafilato di cui sono indicate le sezioni nella foto. 


La scelta dell’acciaio trafilato è stata dettata dal fatto che, rispetto al normale acciaio da costruzione laminato, questo è più liscio e con gli spigoli vivi, quindi esteticamente superiore.
Le misure in lunghezza delle varie parti sono ovviamente legate alla dimensione ed alla posizione in altezza della mia smerigliatrice, quindi chi volesse replicare questo supporto per la propria macchina deve calcolarsi le lunghezze adeguate.
Prima di procedere al taglio dei vari pezzi conviene tracciare la linea di mezzeria del piatto di 25 x 3 dove sicuramente bisognerà effettuare le forature per il passaggio dei perni da tirare con le maniglie a ripresa; analogamente per il piatto da 30 x 3 che sarà utilizzato per creare le staffe di fissaggio del tubolare di 30 x 30. 


Nella foto si vede lo strumento autocostruito che ho usato per tracciare la mezzeria (chi volesse conoscere i dettagli della costruzione può trovarli nel numero 107 di LEGNOLAB) chiamato truschino a centrare; naturalmente, per evidenziare il passaggio della punta di tracciatura, sono passato con un pennarello a puntale grosso e quadrato più o meno al centro dei piatti. 
Adesso possiamo tagliare i quattro pezzi dal piatto 25 x 3, evitando le estremità perché il truschino non riesce a fare la traccia fino alla fine in quanto, a fine corsa, manca l’appoggio per i perno più esterno.
Con una squadra a cursore mobile tracciamo un segno con un cutter alla distanza prescelta per il primo foro da praticare alla prima estremità, facendo ovviamente uscire il cursore della dimensione prescelta e tenendo il piatto accostato alla squadra.


Al termine di questa operazione su tutti e quattro i pezzi, si passa alla bulinatura per evidenziare il punto esatto per effettuare il primo foro:


Anziché ripetere l’operazione di tracciatura all’estremità opposta, che porterebbe a possibili errori di interasse dei fori se i pezzi non sono stati tagliati tutti esattamente alla stessa misura, ho preferito usare un compasso da tracciatura facendo perno sulla bulinatura precedentemente eseguita. 


E ripassandolo poi con il cutter ed utilizzando una squadretta, poi si passa alla bulinatura. 



Fine prima parte