Continuando nella
realizzazione del supporto, adesso bisogna forare il tubolare esterno per poi
saldare il dado M8 in corrispondenza del foro per il passaggio della vite per
bloccare il tubolare interno. Partiamo quindi con la tracciatura e la
bulinatura nella parte superiore del tubolare di sezione 30 x 30.
Poi dovremo forare
trasversalmente il tubolare interno, riempito col quadrello di legno, per
introdurre uno dei cilindri forati di acciaio che agiranno come distanziatori
per i piatti di acciaio e che saranno attraversati dalle viti collegate alle
maniglie a ripresa. Nel mio caso il foro è di 20 mm.
A questo punto bisogna
preparare i cilindri forati ed è indispensabile disporre di un tornio per
ripulire esternamente il tondino che ho acquistato e portarlo al giusto
diametro, almeno per quello che va inserito nel tubolare di 25 x 25.
Per gli altri due è
importante che la lunghezza sia uguale al precedente e naturalmente devono
tutti essere forati per il passaggio delle viti. Per questa operazione non è
indispensabile avere un tornio, è sufficiente un trapano a colonna ed una morsa
con le ganasce fresate a V per il fissaggio dei tondini.
Naturalmente per
queste operazioni io uso il mio tornio, forando prima con una punta da centro,
poi una punta elicoidale da 5 mm. ed infine una da 9,9 mm. (a volte è necessario
passare una punta da 10 mm. perché le viti M10, che sono 9,8 mm. di diametro,
non sono perfettamente diritte)
Dopo averli smussati
in testa, il risultato finale è questo:
Per migliorare il
fissaggio della parte inferiore della struttura quando si stringe con la
maniglia, ho deciso di preparare due boccole in PVC nero da inserire sulle
estremità del tondino inferiore in modo da aumentare la base di appoggio tra il
tubolare da 25 x 25 ed i piatti da 25 x 3; questo permetterà di limitare molto
le eventuali oscillazioni del tondino principale, permettendo quindi alla
piastra superiore di mantenersi stabile durante le lavorazioni alla
smerigliatrice.
Adesso devo ricavare
dalla lastra da 6 mm. di spessore il piano di appoggio superiore; per tagliare
la parte che mi interessa, 130 mm. di larghezza e 118 mm. di profondità
(profondità che, alla fine, si è dimostrata eccessiva), utilizzo la segatrice a
nastro a cui ho aggiunto un pianetto per utilizzarla fissa in verticale, come
una sega a nastro da falegname.
In effetti il nastro
non risulta perfettamente verticale per non rendere instabile la macchina
quando il braccio è alla massima estensione perché il baricentro della macchina
si sposta pericolosamente all’indietro (per farlo bisogna togliere una vite di
fermo); io preferisco mantenerlo così, anche se il taglio dovrà essere rifinito
con la sega a mano nella zona di incrocio dei tagli.
Il pezzo di lamiera
che se ne ricava è questo:
Poiché il taglio con
questa macchina non dà origine ad una finitura perfetta, ma porta i segni dei
denti del nastro, devo migliorare i due lati sottoposti alla lavorazione (gli
altri due erano a posto perché la lastra originale era stata tagliata al
laser); per eseguire un’operazione del genere mi sono costruito un disco di
stratificato da 5 mm. di spessore, in pratica un laminato plastico di grosso
spessore, a cui ho incollato sulle facce due dischi di carta abrasiva.
In questo modo posso
sostituirlo alla lama della sega circolare per rifinire i bordi segati
spostando la parallela progressivamente verso il disco di qualche decimo per
volta.
Fine terza
parte