Un prodotto che si usa
spesso in falegnameria è lo stucco, che serve a rifinire le superfici
imperfette, a chiudere le piccole fessure o i forellini che si sono creati
durante le lavorazioni, oppure a ricostruire spigoli o sbrecciature nel legno
creati da urti o altri eventi.
I tipi di stucco più
frequenti sono quattro: lo stucco da rasare, lo stucco bicomponente per legno,
lo stucco bicomponente per metallo e lo stucco a cera in stick. Questi prodotti
vengono usati prima di far verniciare il manufatto in lavorazione (ad eccezione
dello stucco a cera) e si applicano con una spatola metallica flessibile.
Lo stucco da rasare, o
stucco francese, lo si trova già preparato in barattoli di plastica con
coperchio a perfetta tenuta, per mantenere umido il prodotto che, essendo a
base acquosa, non deve essicarsi finchè è nel suo contenitore; è costituito da
Gesso di Bologna amalgamato con colla di pelle di coniglio.
Lo stucco base è
bianco, ma esistono anche versioni già tinte per accoppiarsi bene ad alcuni
legni; comunque nella maggior parte dei casi ci si prepara lo stucco del colore
giusto per il legno che si sta lavorando, tingendolo con delle polveri di vari
colori che si chiamano terre e che
vanno aggiunte in varie proporzioni fino al raggiungimento della tonalità voluta.
E’ importante sapere
che per ottenere una stuccatura del giusto colore, bisogna preparare uno stucco
di una tonalità più scura del legno grezzo che stiamo lavorando; il motivo è
che gli stucchi colorati, quando si asciugano, diventano più chiari, per
effetto dell’evaporazione dell’acqua.
Per preparare lo
stucco del colore giusto in genere si passa una spugna umida sul legno grezzo,
per simulare il colore del legno dopo la verniciatura (che lo scurisce); a
questo punto abbiamo il riferimento di colore giusto per preparare lo stucco
nella tonalità adeguata, che si provvederà ad applicare nei punti necessari.
Dopo alcune ore lo
stucco si sarà asciugato (mentre il legno lo sarà da un pezzo, visto che è
stato solo inumidito superficialmente) ed avrà assunto il tono di colore del
legno grezzo; con la successiva verniciatura trasparente, sia il legno, sia lo
stucco diventeranno un po’ più scuri, ma mantenendo una discreta affinità di
colore.
Una cosa importante è
che, per effetto dell’evaporazione dell’acqua, questo stucco si ritira (il
residuo secco è circa l’80% del prodotto umido), quindi bisogna applicarlo con
una certa abbondanza, se vogliamo darlo una volta sola. Altrimenti dobbiamo
procedere con due passate, aspettando 3 o 4 ore tra l’una e l’altra.
Questo sistema diventa
obbligatorio quando la profondità della stuccatura è notevole e la prima mano
potrà mostrare anche delle screpolature durante il ritiro.
In generale per
l’applicazione dello stucco francese, bisogna assicurarsi che la zona da
trattare sia priva di polvere o avanzi di vecchie stuccature e, volendo
facilitare l’aggrappaggio del prodotto, possiamo leggermente inumidire la parte
da stuccare.
Ad essicazione
avvenuta la stuccatura, che sarà sempre eccedente il legno, andrà carteggiata
con carta vetrata fine, per prepararlo alla fase di verniciatura.
Ovviamente, nel caso
che il legno debba essere laccato, quindi coperto con una vernice pigmentata,
non è necessario preoccuparsi di colorare lo stucco, ma basterà usarlo bianco,
tanto verrà comunque coperto dalla laccatura.
Un’ottima alternativa
allo stucco precedente è lo stucco bicomponente per legno, questo prodotto è composto
da una base, che esiste in diversi colori, e di un tubetto di catalizzatore,
che va dosato con proporzioni varianti tra 1% e 4%, in funzione della rapidità
che si vuole ottenere nella fase di indurimento, e della marca del prodotto.
Non è utile aumentare
la quantità di catalizzatore, sperando in un indurimento più rapido; il
catalizzatore eccedente non reagirà con la base e potrebbe provocare un danno,
perché il perossido di dibenzoile (che sarebbe la sostanza che costituisce il
catalizzatore) potrebbe dare origine ad alcune macchie in fase di verniciatura.
Naturalmente pensare
di calcolare esattamente le giuste percentuali non è facile per nessuno e,
viste le scarse quantità di stucco che abitualmente si preparano, nessuno si
azzarda ad usare una bilancia elettronica per pesare i due componenti.
In effetti bisogna un
po’ arrangiarsi, tenendo conto che dovete proporzionare il quantitativo del
barattolo con quello del tubetto e dovreste riuscire a finirli
contemporaneamente o quasi.
I vantaggi di questo
tipo di stucco sono: la rapidità di indurimento che oscilla tra i 20 e i 30
minuti, e la mancanza di ritiro volumetrico; questo permetterebbe di rasare lo
stucco a filo col pezzo, ma nell’uso pratico non succede mai e si tende
comunque ad abbondare un po’, per spianarlo con la carta vetrata ad indurimento
avvenuto.
Rispetto allo stucco
francese, questo può otturare difetti anche di notevole profondità con un unico
intervento, evitando quindi la doppia passata.
Come lo stucco
francese, anche questo può essere colorato a piacere, ma anziché le terre (che
sono ossidi di ferro naturali), in
questo caso bisogna usare gli ossidi che
sono ossidi di ferro sintetici. (fine
prima parte)