domenica 1 settembre 2013

LE COLLE POLIURETANICHE (sesta parte)




Queste sono colle che si trovano diluite in acqua o in solvente, esistono sia monocomponenti che bicomponenti; le prime si usano in tutte le occasioni in cui si potrebbe usare anche una vinilica D 4, visto che la colla poliuretanica (indicata molto spesso con l’acronimo PUR) è resistente al contatto con l’acqua, anzi più l’ambiente è umido e più la colla indurisce.
Il settore della falegnameria dove è più usata è quello della serramentistica, in quanto le finestre o i portoncini esterni, soggetti alla pioggia battente, non soffrono minimamente nei punti di giunzione e mantengono ottimamente la tenuta dell’incollaggio. 






L’unico difetto che ha questa colla quando è in dispersione (acquosa o in solvente) è che, a contatto con l’umidità, sviluppa anidride carbonica, producendo un po’ di schiuma e tende a gonfiarsi; bisogna quindi assicurarsi che i pezzi da incollare siano ben stretti, altrimenti la colla tende a distanziarli.
Esistono anche dei collanti poliuretanici confezionati nella classica cartuccia che si usa abitualmente per i siliconi; questo tipo è pastoso e si può tranquillamente applicare anche su pareti verticali.
Se, dopo averlo distribuito con la classica pistola per cartucce di quel tipo, volete distribuirlo meglio spalmandolo, si può utilizzare una spatola dentata come quella usata per le colle a contatto.
Con le colle poliuretaniche non si incollano solo parti di legno fra loro, ma anche delle lamiere fra loro o su legno, oppure materiali diversi anche su pareti in muratura o calcestruzzo. 





Quando invece serve un collante poliuretanico che permetta una manipolazione dei pezzi in tempi più brevi si può usare il tipo monocomponente rapido, ad alta resistenza.
Anche se non sono delle colle vere e proprie, in falegnameria si usano anche le schiume poliuretaniche, che sono nate per sigillare e riempire delle cavità con una destinazione prevalentemente indirizzata all’edilizia, ma che sono da tempo usate per fissare i cassonetti delle porte alla cassematte, o direttamente alla muratura o al cartongesso.



In questo modo si possono evitare le viti di fissaggio, decisamente antiestetiche, anche quando vengono incassate e coperte da un tappino in plastica del colore adeguato.
Oltre alla schiuma monocomponente classica, esiste un tipo bicomponente che permette di ottenere incollaggi più rapidi; viene usata anche per il fissaggio degli scalini sulla relativa struttura. 
Poiché queste schiume tendono a gonfiarsi dopo l’applicazione, durante il montaggio dei cassonetti delle porte è meglio usare dei puntelli, per evitare che i montanti vengano spinti verso l’interno, portandoli quindi ad avvicinarsi, cosa che impedirebbe l’inserimento della porta a montaggio ultimato.