giovedì 21 aprile 2016

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 17






Analizzando sempre la parte centrale, adesso affrontiamo il problema dei ripiani: c’è una differenza sostanziale con i ripiani delle zone sopra e sotto perché in questo caso non possiamo fare una cremagliera di fori nei guanciali e nel plexiglas opalino per inserire i reggipiani; il motivo è che se facessimo tanti fori nel plexiglas, questi si noterebbero immediatamente perché, essendo retroilluminati apparirebbero come tante lampadine e risulterebbero antiestetici.
Pertanto bisogna definire con esattezza le posizioni dei ripiani e forare solo per inserire i reggipiani in quelle posizioni; come per i ripiani in MDF, anche in questo caso dobbiamo fresare i ripiani per poterli incastrare nei relativi supporti ed evitare che si spostino in avanti, cosa che procurerebbe la caduta della parte posteriore.
La scelta del materiale dei ripiani è caduta sul plexiglas trasparente (ovviamente con i bordi lucidi) perché sono meno complicati da fresare rispetto al vetro per la lavorazione di scontornatura e per l’incastro dei reggipiani, ma anche per la perfetta trasparenza del materiale soprattutto nel bordo frontale, che è spesso 15 mm..


Se avessimo scelto di farli in vetro, a parte i diversi costi di lavorazione, avremmo dovuto accettare di vedere il bordo anteriore di colore verde se si fosse trattato di un vetro normale, mentre sarebbe risultato azzurro se avessimo scelto un vetro extrachiaro.
L’ultima cosa di cui ci dobbiamo preoccupare è l’accoppiamento con le parti del mobile che sono sopra e sotto; poiché la parte centrale non ha la base ed il cappello, non si possono usare delle viti per collegare un elemento con l’altro, ma bisogna adottare un sistema diverso.
In effetti le opzioni sono due: le spine o l’anima; nel caso in cui si scelgano le spine bisogna appoggiare il guscio centrale sulla base sottostante e, una volta fatti collimare perfettamente, fare dei segni verticali in corrispondenza dei punti di giunzione tra i due elementi, segnalando un certo numero di posizioni coincidenti sia sulla base che sul guscio.
In seguito bisogna effettuare dei fori da 6 mm. di diametro, abbastanza profondi da ospitare metà abbondante della lunghezza delle spine, facendo molta attenzione perché i fori devono essere perpendicolari alla linea di giunzione e distanti dal bordo esterno della stessa misura, sia nella base che nel guscio (è conveniente farsi una dima per questa operazione).
Poi si incollano le spine solo su uno dei due elementi e si rimette in prova per essere sicuri che tutto funzioni alla perfezione; ovviamente per l’accoppiamento con l’elemento superiore il sistema è il medesimo, bisogna solo rovesciare il mobile.
Se invece vogliamo utilizzare un’anima per accoppiare la varie parti, bisogna utilizzare un pantografo manuale su cui verrà montata una fresa cilindrica da 4 mm. di diametro, con cui preparare una fresata continua sulle varie parti da accoppiare, applicando una battuta sul pantografo per ottenere una lavorazione che disti dall’esterno sempre della stessa misura.
La profondità di questo scasso sarà circa la metà dell’anima di compensato di pioppo, la quale dovrà essere tagliata con la venatura perpendicolare alla lunghezza per poter avere la massima flessibilità, visto che la cuspide dell’ellisse è piuttosto stretta.
Per avere una lavorazione esteticamente corretta la fresatura non deve uscire dai bordi anteriori dei vari elementi, quindi è bisogna iniziare l’affondamento della fresa qualche centimetro all’interno.
Come nel caso precedente, anche ora l’anima è meglio incollarla su una delle due parti da collegare per dare una maggiore robustezza a tutto l’insieme.

L’ultimo elemento da considerare è la parte alta di questo espositore che è analogo alla base, è solamente ribaltato per dare un aspetto simmetrico a tutto il mobile. 


Le asole sono presenti anche in questa struttura perché rappresentano l’ultima parte del camino di uscita del calore che si sviluppa per effetto dell’alimentatore e dei corpi illuminanti; di conseguenza questo mobile non dovrà mai essere chiuso superiormente, altrimenti si creerà un accumulo di calore all’interno del mobile che prima o poi riuscirà a fare qualche danno al mobile o all’impianto di illuminazione.