mercoledì 28 dicembre 2016

UN COMODINO CON ANTE CURVE (terza parte)



Possiamo riprendere il discorso del comodino da dove l’avevamo lasciato; abbiamo appena tagliato il pannello di MDF da 10 mm. che diventerà la nostra sagoma per lo stampo, asportando la parte in eccedenza. Per ottenere un buon risultato bisogna che la sagoma sia liscia nella zona in cui è passata la lama e, di conseguenza, dobbiamo lavorare con la carta vetrata (basta una grana 80) per togliere la rugosità lasciata dal taglio, fermandoci solo quando abbiamo raggiunto l’arco che abbiamo disegnato prima.
Per carteggiare in maniera da ottenere un buon risultato andiamo a riprendere quel pannellino di legno su cui avevamo tracciato un pezzo dell’arco; con lo stesso sistema di taglio usato precedentemente andiamo a togliere la parte di legno che ci permette di trovarci in mano un pezzo che abbia la curvatura complementare alla parte curva del pannello.


Questo pezzo curvo, che sarà carteggiato per renderlo curvo esattamente come la sagoma, sarà rivestito con una striscia di carta vetrata che può essere fermata con due graffette alle estremità, oppure può essere incollata con il mastice a contatto; l’importante è che la carta vetrata risulti ben fissata al legno. Per essere sicuri di carteggiare la sagoma mantenendo una posizione che ci garantisca che il bordo sia in squadro col piano, possiamo fissare un pannellino di nobilitato (che ha una superficie liscia e quindi scorrevole) al pezzo con la carta vetrata. 


Adesso è solo una questione di olio di gomito e pazienza per ottenere il risultato voluto; naturalmente il procedimento per fare la sagoma del controstampo è analogo. L’unica differenza sostanziale è che il pannello da sagomare dovrà essere più profondo della sagoma da ottenere per essere sicuri di tracciare l’arco sul pannello, evitando di arrivare sul bordo col segno di matita, oppure utilizzare il pannello accessorio, come nel caso precedente. 


Avendo già preparato le sagome, la prima cosa da fare è appoggiarle sui fianchi che dobbiamo sagomare e tracciare il segno che rappresenta la linea curva che dobbiamo ottenere; e adesso possiamo tagliare la parte eccedente facendo attenzione a non asportarla tutta, ma lasciando un paio di millimetri che verranno eliminati in maniera perfetta con una fresa.
I sistemi per fresare i fianchi partono da una fase comune che è il fissaggio della sagoma perfettamente allineata ai pannelli da fresare; questo fissaggio può essere fatto tranquillamente con le viti, in questo caso, perché stiamo lavorando degli elementi che possono essere rovinati dai fori lasciati dalle viti in quanto non hanno delle pretese estetiche.
Se invece dovessimo fresare un pannello rivestito con un laminato o con un’impiallacciatura, in cui non possiamo fare dei danni, allora si potrebbe usare lo scotch biadesivo; per esempio questo sistema l’ho utilizzato per fissare il pannello accessorio alla sagoma del controstampo: se ci fate caso in quel disegno non ci sono le viti di fissaggio.


Una volta che abbiamo fissato la sagoma alla coppia di fianchi (se possibile è meglio fresarli già accoppiati, per maggior precisione) le strade per fresare questi pannelli sono due: se possediamo una toupie con i cuscinetti per lavorare in contralbero, basta montare una fresa cilindrica e fresare appoggiando la sagoma contro il cuscinetto. 


Se invece disponiamo di una elettrofresatrice manuale, dobbiamo fissare per bene il pacchetto dei pannelli avvitati alla sagoma e utilizzare una fresa di altezza adeguata con il cuscinetto di appoggio; le frese in questo caso possono avere il cuscinetto sopra o sotto i taglienti e, in funzione di questo, la sagoma bisognerà sistemarla sopra o sotto i pannelli da lavorare. 


Visto che dovevo fresare uno spessore di 36 mm. (due pannelli da 18 mm.) io ho usato una fresa da 50 mm. con il cuscinetto inferiore e, conseguentemente, con la sagoma sotto i pannelli.


                                                                                                                           (fine terza parte)