I pezzi che devono
essere incollati devono essere premuti tra di loro in maniera notevole, sia con
una pressa, sia che si usino dei normali morsetti da falegname; durante questa
fase, il tempo di incollaggio è influenzato dalla temperatura, per cui
nell’incollaggio con la pressa, se si riscaldano i piani si accorcia il tempo di
polimerizzazione della colla.
Comunque anche il
semplice passaggio dalla stagione invernale a quella estiva condiziona in
maniera sensibile i tempi di essicazione. Naturalmente questi tempi non sono
uguali per tutti, quindi ogni colla prodotta ha delle caratteristiche diverse
dalle altre e, per fare un buon lavoro, bisognerebbe leggere sempre le
istruzioni allegate e le caratteristiche del prodotto che si vuole usare.
Le colle viniliche
sono di colore bianco latte, ma una volta essicate completamente, cosa che
avviene generalmente in 24 ore, diventano trasparenti.
Un fattore importante
è l’umidità del legno; il legname in tavole viene ritenuto commerciale quando
la sua umidità relativa si aggira attorno al 12%. Prove di laboratorio hanno
attestato che con un’umidità relativa attorno al 18 – 20% l’incollaggio risulta
decisamente scadente e non è possibile garantire l’unione delle parti in
questione.
Naturalmente esistono
varie versioni della vinilica D 2, per esempio esiste quella rapida, che riduce
notevolmente i tempi di incollaggio; questa colla risulta utilissima quando ci
si trova in cantiere e si sta montando il manufatto che si è preparato in
laboratorio, dove ci sono tutte le attrezzature a disposizione ed abbiamo il
tempo per fare gli incollaggi importanti, magari utilizzando la pausa pranzo
per compensare il tempo morto dovuto all’attesa della polimerizzazione della
colla. A volte si incollano certi particolari prima di chiudere la
falegnameria, sfruttando il periodo notturno per l’essicazione del collante,
trovandolo già pronto la mattina successiva.
Ma quando si lavora in
cantiere e abitualmente si corre per finire il montaggio entro i tempi stabiliti,
serve un prodotto che ci aiuti a risparmiare tempo, ed ecco che la tecnologia
ci mette a disposizione la colla rapida.
A questo punto
qualcuno potrebbe chiedersi: ma perché allora non si usa sempre la colla
rapida, se permette un notevole risparmio di tempo?
Con la colla rapida si
ottiene un incollaggio quasi immediato, però significa che anche il tempo
aperto si riduce moltissimo, quindi bisogna eseguire l’assemblaggio dei pezzi
in maniera estremamente veloce, cosa non sempre possibile soprattutto se si
tratta di strutture molto articolate.
Questo è uno dei
motivi che fa preferire la colla normale a quella rapida; l’altro motivo è di
ordine economico, visto che la colla rapida costa di più.
Questa colla rapida
esiste anche nella versione destinata all’incollaggio dei legni duri, quindi
con difficoltà di assorbimento, e ce n’è anche un tipo specifico per
l’incollaggio delle sedie, dove è molto importante avere una notevole
resistenza.
Seguendo l’ordine
determinato dalla tabella precedente, ci restano da spiegare le D 3 e le D 4;
come abbiamo visto prima, queste sono colle che sono state studiate per
incollaggi di elementi destinati a subire la severità degli eventi atmosferici,
quindi destinati alla permanenza all’esterno, con o senza copertura.
Le colle della classe
D 3 sono destinate a tutti quei manufatti che devono essere utilizzati in
ambienti o in posizioni in cui l’acqua si presenta con una certa frequenza; per
esempio le aziende che producono pannelli in legno lamellare, destinato a
diventare anche top da cucina o da bagno, usano abitualmente questo tipo di
colla. Se non lo facessero ed utilizzassero una D 2, col tempo i listelli che
compongono il lamellare si comincerebbero a staccare l’uno dall’altro; un altro
settore in cui le D 3 sono usate è quello della serramentistica e questa colla
è usata per le giunzioni tra montanti e traversi di finestre, scuri o
portoncini esterni, che vengono colpiti dalla pioggia battente e non devono
assolutamente aprirsi.
Il passaggio alla D 4
viene effettuato immettendo un opportuno catalizzatore nella D 3, nelle dovute
proporzioni indicate dal produttore; il miglioramento rispetto alla D 3 sta nel
fatto che la D 4 resiste agevolmente all’azione dell’acqua anche per periodi
prolungati, in quanto è completamente idrorepellente e non è assolutamente
idrosolubile.
Per cui se le finestre di casa nostra vengono
incollate con una D 3, che è più che sufficiente per resistere a dei temporali
saltuari, anche di una certa durata, il giorno in cui decidiamo di costruire la
cuccia del cane in giardino, è meglio che utilizziamo una D 4, visto che la quantità
di acqua che investe la cuccia è decisamente superiore a quella che colpisce le
nostre finestre; per non parlare poi dello stazionamento della neve, che
investe solo minimamente la parte bassa delle finestre, mentre il tetto della
cuccia ne rimane sommerso. (fine seconda parte)