Possiamo riprendere il
discorso del comodino da dove l’avevamo lasciato; abbiamo appena tagliato il
pannello di MDF da 10 mm. che diventerà la nostra sagoma per lo stampo,
asportando la parte in eccedenza. Per ottenere un buon risultato bisogna che la
sagoma sia liscia nella zona in cui è passata la lama e, di conseguenza,
dobbiamo lavorare con la carta vetrata (basta una grana 80) per togliere la
rugosità lasciata dal taglio, fermandoci solo quando abbiamo raggiunto l’arco
che abbiamo disegnato prima.
Per carteggiare in
maniera da ottenere un buon risultato andiamo a riprendere quel pannellino di
legno su cui avevamo tracciato un pezzo dell’arco; con lo stesso sistema di taglio
usato precedentemente andiamo a togliere la parte di legno che ci permette di
trovarci in mano un pezzo che abbia la curvatura complementare alla parte curva
del pannello.
Questo pezzo curvo,
che sarà carteggiato per renderlo curvo esattamente come la sagoma, sarà
rivestito con una striscia di carta vetrata che può essere fermata con due
graffette alle estremità, oppure può essere incollata con il mastice a
contatto; l’importante è che la carta vetrata risulti ben fissata al legno. Per
essere sicuri di carteggiare la sagoma mantenendo una posizione che ci
garantisca che il bordo sia in squadro col piano, possiamo fissare un
pannellino di nobilitato (che ha una superficie liscia e quindi scorrevole) al pezzo con la carta
vetrata.
Adesso è solo una questione
di olio di gomito e pazienza per ottenere il risultato voluto; naturalmente il
procedimento per fare la sagoma del controstampo è analogo. L’unica differenza
sostanziale è che il pannello da sagomare dovrà essere più profondo della
sagoma da ottenere per essere sicuri di tracciare l’arco sul pannello, evitando
di arrivare sul bordo col segno di matita, oppure utilizzare il pannello accessorio, come nel caso precedente.
Avendo già preparato
le sagome, la prima cosa da fare è appoggiarle sui fianchi che dobbiamo
sagomare e tracciare il segno che rappresenta la linea curva che dobbiamo
ottenere; e adesso possiamo tagliare la parte eccedente facendo attenzione a
non asportarla tutta, ma lasciando un paio di millimetri che verranno eliminati
in maniera perfetta con una fresa.
I sistemi per fresare
i fianchi partono da una fase comune che è il fissaggio della sagoma
perfettamente allineata ai pannelli da fresare; questo fissaggio può essere
fatto tranquillamente con le viti, in questo caso, perché stiamo lavorando
degli elementi che possono essere rovinati dai fori lasciati dalle viti in
quanto non hanno delle pretese estetiche.
Se invece dovessimo
fresare un pannello rivestito con un laminato o con un’impiallacciatura, in cui
non possiamo fare dei danni, allora si potrebbe usare lo scotch biadesivo; per
esempio questo sistema l’ho utilizzato per fissare il pannello accessorio alla
sagoma del controstampo: se ci fate caso in quel disegno non ci sono le viti di
fissaggio.
Una volta che abbiamo fissato
la sagoma alla coppia di fianchi (se possibile è meglio fresarli già
accoppiati, per maggior precisione) le strade per fresare questi pannelli sono
due: se possediamo una toupie con i cuscinetti per lavorare in contralbero,
basta montare una fresa cilindrica e fresare appoggiando la sagoma contro il
cuscinetto.
Se invece disponiamo
di una elettrofresatrice manuale, dobbiamo fissare per bene il pacchetto dei
pannelli avvitati alla sagoma e utilizzare una fresa di altezza adeguata con il
cuscinetto di appoggio; le frese in questo caso possono avere il cuscinetto
sopra o sotto i taglienti e, in funzione di questo, la sagoma bisognerà
sistemarla sopra o sotto i pannelli da lavorare.
Visto che dovevo
fresare uno spessore di 36 mm. (due pannelli da 18 mm.) io ho usato una fresa
da 50 mm. con il cuscinetto inferiore e, conseguentemente, con la sagoma sotto i pannelli.
(fine
terza parte)